Purtroppo la cronaca di questi giorni sta mettendo sotto la lente un nuovo pericolo: il crimine a livello informatico. Ovvio, nell’era della digitalizzazione come non farsi sfuggire l’occasione?
Forse più allettante per i delinquenti che non fare più furti in casa o scassinare le banche! Ecco che privati cittadini e imprese, di ogni dimensione, sono diventati bersaglio del cyber crime: furto di dati attraverso virus, fra cui i rinomati ransomware di questi giorni.
Ma cosa sono? Cosa fanno?
Il ransomware è un virus che si diffonde come un file o un semplice allegato di posta elettronica apparentemente inoffensivo, ma che una volta scaricato cripta i file nel sistema. Il fine degli hacker (pirati informatici) è rilasciare i file dietro pagamento di riscatto, spesso in criptovalute per non lasciare tracce. Tuttavia pagare il riscatto non equivale ad avere la garanzia che gli hacker sblocchino i file: è un dato di fatto, non c’è modo di risolvere definitivamente il problema.
E allora che si fa per contenere i danni di un possibile attacco hacker?
Quello che si può fare invece è realizzare un processo, attraverso l’utilizzo di diverse soluzioni, per prevenire gli attacchi e se non altro limitarne i danni.
Primo fra tutti l’utilizzo di soluzioni backup, attraverso il quale realizzare copie di dati. Questa è ormai diventata un’operazione indispensabile per tenere al sicuro i propri dati che siano file di documenti foto o messaggi che oggi conserviamo nei nostri PC, ormai diventati l’evoluzione di quel cassetto pieno di ricordi e degli armadietti del nostro ufficio.
I backup per essere efficaci vanno pianificati con regolarità, quindi schedulare la loro attività è importantissimo per salvaguardare nel tempo i nostri dati, e possono essere di due tipi:
-in replica, ovvero creano copie altrove, mantenendo sincronizzati i file tra la locazione principale e la replica
-in archiviazione, ovvero compattano tutti i dati in un unico grande “archivio” affidandosi ad un software,
Questi software in genere pianificano le attività e tengono traccia del contenuto degli archivi senza doverli necessariamente aprire, permettendo così una facile ricerca dei file ed eventualmente, all’occorrenza, effettuandone il ripristino degli stessi.
E una volta creato il backup che si fa?
I backup vanno salvati su dei supporti: oggi i più diffusi sono i dischi di un “server”, ma possono essere salvati anche su dischi rimuovibili come chiavette ed hard disk oppure nastri. Tuttavia l’evoluzione tecnologica si è avuta anche per i supporti: ed ecco l’avvento dei NAS ed il cloud storage.
Cosa sono i NAS?
Il Network Attached Storage non è altro che una soluzione professionale in grado di gestire due o più dischi, il cui spazio viene reso disponibile come risorsa condivisa a tutti i PC presenti in rete. La loro capacità di archiviazione è molto vasta e può arrivare oltre i 16 TB. Il NAS crea backup in automatico, velocemente e rende tutto disponibile in rete, una volta configurato con i vari dispositivi diventa accessibile da qualsiasi luogo. Comodo no?
Il Cloud Storage invece cos’è?
Il Cloud Storage è un modello di conservazione dati su uno spazio online, dove i dati stessi sono memorizzati su diversi server virtuali ospitati presso strutture di terze parti o su server dedicati. Una connessione internet permette di avere l’accesso ai file da ovunque, inoltre è possibile impostare una sincronizzazione automatica.
Bene, se hai letto tutto l’articolo hai le idee piu’ chiare ed hai capito che la PREVENZIONE di eventi che possano mettere a rischio i nostri file sono l’UNICA SOLUZIONE per essere certi di non essere bersaglio di attacchi hacker: scegli di stare al sicuro e dormire sonni tranquilli, chiedici una consulenza, saremo lieti di analizzare e valutare il processo più adatto alle tue esigenze!
Non dimenticare inoltre che tutti gli interventi che la tua azienda può mettere in campo a livello di Cybersecurity può essere oggetto di CREDITO D’IMPOSTA grazie alle agevolazioni del piano nazionale «Industria 4.0»
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